Dalla prima torre costruita sull'isola di Pharos, in Grecia, di fronte ad Alessandria, tre secoli prima di Cristo, considerata una delle sette meraviglie del mondo e da cui i signori della notte presero il nome, al mitico colosso di Rodi, il gigantesco simulacro di un dio all'ingresso del porto dell'isola che teneva in una mano un braciere ardente, (quasi un antenato della Statua della Libertà a New York) la storia dei fari prosegue nel tempo. Si sa che fino dai tempi dei Romani grandi fuochi venivano accesi sulle sommità delle colline prospicienti i porti per indicare la via alle navi, mentre nel Medio Evo erano già semplici torri in cima alle quali veniva acceso un fuoco, spesso tenuto in vita da confraternite religiose, fino ad arrivare al 1800, il secolo della farologia, in cui la maggior parte dei fari, in Italia e nel mondo, vengono costruiti e diventano sempre più luminosi, grazie anche al fisico francese Augustin Fresnel ( 1788-1827 ), che mise a punto un sistema di lenti, tutt'ora usato e che da lui prende il nome, che concentrando tutta la luce al centro, potenziava al massimo la fonte di luce che è stata ad olio, a gas di acetilene, fino ad arrivare alle moderne lampade alogene da 1000 Watt. Nei tempi antichi l'uso di tenere accesi dei fuochi sulle coste pericolose per indirizzare i naviganti verso un porto sicuro aveva, alle volte, dei risvolti drammatici. Dei personaggi di pochi scrupoli usavano spostare i fuochi in punti tutt'altro che sicuri, dove la costa era più rocciosa e pericolosa, facendo così naufragare le navi per poterle depredare. Non era difficile che succedesse e sopratutto nelle notti di tempesta questi corsari erano in attesa di poter mettere in atto il loro piano e avevano quasi sempre successo. Questi saccheggi andarono avanti fino all'inizio del XIX Secolo. In certi paesi nordici se ne parla ancora adesso e queste storie fanno parte del folklore locale. Forse è stato questo il motivo che ha spinto a costruire torri in muratura, anche se il fenomeno non è cessato. I fari hanno una loro personalità, sono diversi una dall'altro nel loro aspetto esteriore, sono collocati in posizioni strategiche, su dirupi rocciosi, su piccole isole semideserte, su basse coste frastagliate, ma sopratutto la loro luce è diversa. Ogni faro ha un suo segnale ben preciso, ed è in base a questo segnale che il faro viene riconosciuto dal navigante che cerca la via nella notte. Lampo, eclissi, eclissi lampo...così all'infinito. I fari sono monumenti antichi, molti risalgono ad epoche lontane, i più recenti sono stati costruiti nei primi anni del 1900 ed hanno quindi già più di cent'anni, ma, sopratutto, i fari non verranno più costruiti, non ce ne saranno mai dei nuovi, sono quindi il ricordo di un'epoca passata che non tornerà più. Quante storie potrebbero raccontare i fari ! Di terribili tempeste che li squassavano alle fondamenta, di salvataggi, di naufragi e, ma c'è un altro aspetto dei fari poco conosciuto, ma altrettanto affascinante: IL MISTERO. Forse perché si trovano sempre in zone isolate e selvagge il pensiero corre a presenze misteriose che li abitano, sarà per via del vento che sibila su per le scale a chiocciola, per il rumore delle onde ai suoi piedi, o per il tamburellare della pioggia sui vetri ..forse si tratta di vecchi guardiani finiti in mare nel tentativo di un salvataggio, o di uomini e donne morti di solitudine, lontani da tutto. Ma la storie più belle le racconta quel fascio di luce che spazza il buio della notte, quel fascio che lambisce il mare, che dice al il marinaio che lì c'è un pericolo da evitare, e che da lì può arrivare al porto e alla salvezza. |