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MITI
Il Nobile Ghiberto
di AnnaMaria "Lilla" Mariotti
Anna stava entrando nell'antica cattedrale. Abitava in quella città da tanti anni, ma non era mai stata in quella chiesa che pure era tanto famosa. Così, una domenica pomeriggio, aveva deciso di visitarla come una qualsiasi turista. Si era comperata la sua brava guida ed ora stava percorrendo la navata di destra fermandosi ogni tanto per leggere sul libro la descrizione dei quadri e delle sculture, finché giunse in fondo alla chiesa, a lato dell'altare maggiore, dove si trovava una cappella, la più famosa della chiesa, quella in cui si trovava il sarcofago del Nobile GHIBERTO. Naturalmente Anna sapeva dell'esistenza di quel monumento, lo aveva visto riprodotto su libri e riviste, e conosceva anche la storia di GHIBERTO, vissuto nel 1200, di nobile famiglia, divenuto soldato di ventura al servizio dei Signori che a quel tempo governavano la città e la regione circostante. Soldato valoroso, di rara bellezza, molto amato dalle donne, era morto giovane in battaglia e i Signori della città avevano voluto quella tomba marmorea con la sua effige per ricordare il suo valore, la sua nobiltà, la sua bellezza e lo avevano fatto collocare nella Cattedrale. La cappella era buia e Anna introdusse una moneta nell’interruttore a tempo. Una luce bianca colpì il viso marmoreo del giovane Cavaliere e Anna si soffermò a guardare quei bellissimi lineamenti scolpiti nel marmo, quel corpo chiuso nell'armatura, con l'elmo e lo spadone posti al suo fianco. Sfido io che era amato pensò Anna anch'io me ne sarei innamorata!!! Lo guardò a lungo, fantasticando, finché la luce si spense ed Anna con un sospiro si allontanò continuando il suo giro. Passò davanti all'altare maggiore e poi percorse la navata di sinistra, fermandosi di tanto in tanto per consultare la sua guida. Davanti all'altare di Santa Rita si trovava un vaso colmo di rose rosse. Un cartello vicino spiegava che si trattava di rose benedette a disposizione di chi volesse prenderle e che era gradita una piccola offerta. Anna cercò qualche moneta nella borsa, le posò vicino al vaso, prese una rosa e continuò la sua visita. Arrivata al portale, intinse le dita nell'acqua santa e uscì in fretta, passando dalla penombra della chiesa alla luminosità di quel pomeriggio di Maggio quando, improvvisamente, andò a sbattere contro qualcuno che le si era parato davanti e inciampò nel gradino. Abbagliata dal sole, stordita, Anna non riusciva a rendersi conto di cosa fosse successo e automaticamente balbettò uno "Scusi" , quando due mani la afferrarono con dolcezza, aiutandola ad alzarsi e una voce maschile le disse "Si è fatta male ?". Anna vide davanti a sé lì forte corpo di un giovane uomo con un abito chiaro, alzò gli occhi per guardarlo in viso e rimase sconvolta, senza riuscire a dire una parola. Il Nobile GHIBERTO ! Quasi senza rendersene conto Anna scosse la testa in segno di diniego e lo guardò ancora in viso. L'uomo le sorrideva, ma, se non fosse stato per l'abito moderno Anna avrebbe giurato che il Nobile GHIBERTO era lì, davanti a lei. La somiglianza era impressionante!!! Il giovane le disse: "Ma lei è sconvolta, non pensavo di averla spaventata tanto. Venga, sediamoci un momento qui, sui gradini della chiesa, le farà bene per riprendersi un pò." Ancora incapace di dire una parola, Anna si lasciò guidare fino ad un angolo appartato e si sedette vicino al giovane che continuava a guardarla con gli occhi sorridenti. Finalmente Anna si riprese e spiegò che non aveva visto l'ostacolo uscendo dalla penombra della chiesa e si scusò per avere avuto una reazione così spropositata. Il giovane le disse: "Sono contento che si sia ripresa, mi sono reso conto di averla spaventata molto. Ora la devo lasciare, ma per dimostrarmi che mi ha perdonato, la prego, mi dia quella rosa che tiene in mano". Anna istintivamente gli porse la rosa, il giovane la prese, vi depose sopra un bacio poi, senza dire una parola, si alzò e discese agilmente i gradini, scomparendo dietro l'angolo. Anna rimase ancora un attimo immobile, poi si alzò e rientrò nella chiesa. Andò direttamente verso la cappella dove si trovava il sarcofago del Nobile GHIBERTO, accese la luce, e subito la colpì una macchia rossa sul biancore del marmo. Sull'elsa dello spadone, vicino alle mani del Nobile Cavaliere c'era una rosa rossa.
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