Il Museo Marinaro Gio Bono Ferrari di Camogli
Rinato a nuova vita
Di Annamaria Lilla Mariotti
Sabato
21 dicembre 2013, alle ore 12 è stato inaugurato il Museo Marinaro di Camogli completamente
ristrutturato. Dopo una chiusura
relativamente breve durante la quale il direttore Bruno Sacella e i suoi
collaboratori, con lintervento di una ditta specializzata in informatica e con
il supporto del Comune di Camogli, hanno lavorato a tempo pieno, finalmente si
sono dischiuse le porte di questo scrigno prezioso che contiene tutte le
memorie delle Città dei Mille Bianchi Velieri.
Camogli
è stata in un lontano passato la regina dei mari. I suoi velieri durante il XIX
secolo hanno percorso tutti gli oceani
del mondo, visitato porti noti e paesi esotici, i suoi capitani hanno
oltrepassato il terribile Capo Horn molte volte, tanto da ottenere la qualifica
di Cap Horniers, qualifica ambita e di grande valore. Proprio al Museo si trova
una pergamena risalente ad alcuni anni fa che porta le firme di tutti questi
eroici capitai, allora ormai tutti anziani, riuniti a Camogli per una giornata
dedicata a loro. Questi capitani della
vela non ci sono più, ma la loro leggenda non è morta con loro.
Tornando
al Museo, ho notato come tutto è cambiato. I muri imbiancati di fresco, i
quadri spostati con un nuovo criterio, alcuni preziosi modelli di cantiere, una
volta nascosti da una serie di documenti ingialliti, ora sono in bella vista.
Cosè un modello di cantiere ? Per i non
addetti ai lavori è il mezzo scafo in legno che veniva scolpito dai maestri
carpentieri e che poi serviva come modello per costruire la nave vera.
La
quadreria del Museo, antica e preziosa, ora è molto più visibile. In unepoca
in cui la fotografia faceva ancora i primi passi e non era certo possibile fotografare
un veliero in navigazione, gli armatori di Camogli commissionavano un dipinto
delle loro navi a pittori esperti in quel tipo di ritratto, che poi veniva
appeso nei loro scagni, come si chiamavano in dialetto gli uffici. Lavvento del vapore purtroppo, ha messo fine
a poco a poco a questa epopea, lasciando solo dei ricordi conservati con cura
da molte famiglie che vi avevano preso parte.
Ed è proprio questa la specularità del nostro Museo, tutti i reperti che
vi sono contenuti sono pezzi autentici, appartenuti a armatori e capitani che
un po alla volta il suo fondatore, Giò Bono Ferrari, è riuscito a farsi consegnare dalle famiglie Camogliesi che li conservavano. In seguito
sono state le stesse famiglie Camogliesi che si sono messe a donare i loro
cimeli ai Museo, rendendolo sempre più ricco.
Non
riuscendo, come si è molte volte ipotizzato, a spostare la sede del Museo in un
ambiente più grande e più idoneo, il suo nuovo direttore ha trovato la
soluzione: Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto e
anche con laiuto della nuova tecnologia digitale ecco che il vecchio, piccolo
Museo ha preso un aspetto più grande, più arioso, con il semplice spostamento
di alcune vetrine, lapertura di nuove finestre, cambiando lilluminazione e
inserendo in una tavola elettronica
tutti i documenti che prima occupavano molto spazio vitale. Recentemente in
questa tavola multimediale sono state inserite le diapositive utilizzate per la
presentazione del
In
particolare una grande vetrina che prima si trovava nel centro occupando forse
uno spazio un po troppo grande, è stata spostata contro un muro, senza perdere
nulla della sua importanza, anzi mostrando ancora meglio i suoi cimeli. Si
tratta della vetrina dedicata a Tristan da Cunha, la piccola isola in fondo
alloceano Atlantico, divenuta, nel 1892, patria di due marinai Camoglieri. Una raccolta delle diapositive utilizzate per
la presentazione del libro Tristan da
Cunha Storia e vicissitudini della più remota comunità umana di
Annamaria Lilla Mariotti, tenuta al Museo, è stata recentemente inserita
nella tavola multimediale in modo che possono essere facilmente visionate.
Inoltre
lo staff del Museo, sotto la supervisione del suo Direttore, Cap. Bruno Sacella, sta catalogando
tutti i reperti seguendo il sistema di catalogazione nazionale. Questo
permetterà, a lavoro finito, di inserire
il Museo Marinaro di Camogli nel circuito del Musei Nazionali Italiani.
Non mi
resta ora che consigliare una visita a questo gioiello che racchiude tutta la
storia e i ricordi del periodo glorioso della vela, un romantico ricordo.